lunedì 16 luglio 2007

Architetture, città, visioni


Gabriele Basilico è un fotografo che non avevo mai considerato, un po’ perché non lo conoscevo e un po’ perché non lo cercavo. La sua fotografia non rientrava in quello che volevo vedere.

Nella fotografia ho sempre amato le persone, i ritratti, i particolari. E lui cosa fotografa? Città.

Nasce a Milano nel 1944, si laurea in architettura nel 1973 e contemporaneamente inizia a occuparsi di fotografia concentrando il suo interesse sulle aree urbane e sul paesaggio industriale. È uno dei più noti fotografi documentaristi europei. Fotografa esclusivamente in bianco/nero e suoi campi d'azione privilegiati sono il paesaggio industriale e le aree urbane. I suoi studi di architettura lo avvicinano all'ambiente dell'editoria di settore per cui realizza, su commissione, un ampia serie di lavori. Ha al suo attivo ricerche sulle aree urbane, sul territorio, sull'architettura, commissionate da privati ed enti pubblici. Il suo primo lavoro impegnativo risale al 1982 quando realizza un ampio reportage sulle aree industriali milanesi intitolato: Ritratti di fabbriche (Sugarco). A proposito di Ritratti di fabbriche, Basilico ha dichiarato in seguito:

"Ho sempre pensato che i miei ritratti di fabbriche nascessero dal bisogno di trovare un equilibrio tra un mandato sociale - che nessuno mi aveva dato, ma che era la conseguenza dell'ammirazione che io provavo per il lavoro dei grandi fotografi del passato - e la voglia di sperimentare un linguaggio nuovo, in grande libertà e senza condizionamenti ideologici”.

Secondo Basilico in tutte le città ci sono presenze, più o meno visibili, che si manifestano per chi le vuole vedere, presenze familiari che consentono di affrontare lo smarrimento di fronte al nuovo.

Ecco, dopo averlo “conosciuto” ho capito che “forse” oltre alle persone si può fotografare altro e raccogliere comunque grande significato.

La scorsa settimana ho trovato un’intervista a Gabriele Basilico su Mediaforum (n° 23 – 3 luglio 2007) per il lancio del suo ultimo libro. Non si tratta di un libro fotografico, ma di una raccolta di pensieri sulla vita di questo fotografo, raccolti da Andrea Lissoni. Tra le domande, una mi è piaciuta e mi è piaciuta anche la risposta, così la metto qui:

"Esiste uno spirito della città?"

"Esiste senza dubbio un genius loci o un carattere nella stratificazione della cultura della città. Una metropoli è una “cosa” viva che leggiamo, comprendiamo o misuriamo percorrendola. Allo stesso modo la fotografia offre un punto di osservazione della città capace di rimetterne in gioco il senso”.

Il libro è “Architetture, città, visioni. Riflessioni sulla fotografia”, (a cura) Andrea Lissoni, Bruno Mondadori

1 commento:

David ha detto...

quanto mi regali questo libro??
a parte gli scherzi, io l'ho sempre detto che mi piace Basilico. Le città fotografate anche senza persone hanno sempre qualcosa di affascinante per me...sarà che l'architettura mi piace un bel po'.

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