martedì 29 luglio 2008

Prima delle vacanze


Ultima settimana di lavoro e poi, finalmente, ferie. Per la prima volta 2 settimane di fila insieme a Davi... un miracolo! :-)

Progetti? nessuno! Ce ne andremo al mare, Ostia per lo più con una mini fuga prevista in direzione Capalbio e forse una maratona tanguera a Genova con annesso caffè con mio fratello se ci scappa! :-) non sarebbe male! E poi, Preci... 5 giorni a ridosso di ferragosto, così tanto per rinfrescare un pò di tartufo e di affettati di casa nostra... a Preci mi sento sempre a casa anche se non resisto più di 2 giorni, poi mi viene la sindrome da metropoli!

Ora è tempo di ferie... ne ho bisogno! anche se è stato bello questo luglio, all'insegna della danza, mi è piaciuto. L'organizzazione di un'esibizione è impegnativa e stressante... ho pensato a Mimma... a come cavolo fa a gestire 100 persone, io stavo impazzendo a cercare di gestirne 5... compresa me, la più ingestibile visto che mi scordo tutto... compresi gli appuntamenti! Ma pare che la stiamo facendo... e la scaletta ormai è fissata!

Sto lavorando su una coreografia, che stranamente piace a Davi... allora sto migliorando davvero! La musica la sento molto... ha una struttura classica, inizia con i fiati, poi percussioni, poi ancora fiati e percussioni e poi canta, la voce di un uomo, sofferta ma lucida... parte lenta, lentissima e poi si conclude forte. Io la trovo bellissima, Davi invece si annoia a 2.50... dice di no, ma l'espressione da "ma... quando finisce?!" è evidente! :-) Forse dipende dalla danzatrice poco capace a catalizzare l'attenzione, oppure il mio unico spettatore non ce la fa più a sopportare le mie prove serali con musica a cannone! :-D hihihihi

Vabè, stasera lo risparmio e vado alla "prova coreografia" con la mia insegnante e le mie amiche e compagne di spettacolo. Vediamo il giudizio di un'esperta di settore... prevedo il massacro della coreografia... incompleta prima di tutto... mancano ancora 1.45 minuti di cantato... che fino ad ora ho sempre improvvisato... il 10 agosto è vicino... e l'emozione inizia a farsi sentire... :-)

Baci

giovedì 24 luglio 2008

Olo gramma


Non sono sparita e non sono in vacanza... anzi! Sono a lavoro, doppio!

Infatti, mentre i nostri amici tangueri se ne stanno in quel di Abruzzo a snocciolarsi le ginocchia a forza volei e ganci, noi qui ce ne stiamo a bocca asciutta... ma non troppo!

Le danzatrici non si fermano, tanto meno d'estate, quando le piazze si riempiono di eventi e la danza orientale riemerge!

Ecco così che il caso ha voluto che una ragazza, Roberta, mi ha contattata per danzare ad un evento, Ologramma, ed io per stare tutte insieme e divertirci ho coinvolto le mie amiche e la mia insegnante, Salua, che ci ha consentito di usare le sue coreografie e di rappresentare la sua scuola di danza. Felici? di più! perchè aspettavamo questo momento da tanto, perchè danzare è bello, ma insieme è meglio... anche quando i soldi del rimborso non sono proprio tanti... anzi!!! Ma che dire, una pizza, una birra e la benzina ci si pagano per tutte, e forse anche per i fidanzati, quindi possiamo dire di essere molto soddisfatte. :-)

Ecco l'evento: una giornata dedicata al benessere psico-fisico, dedicato a chi se ne resta a Roma, anche di 10 agosto!

domenica 10 agosto 2008
Ora: 10.00 - 23.30
Luogo: Libera...Arte... Ci
Indirizzo: Via G.R. Carli, 1 Gregna Sant'Andrea - Ciampino
INGRESSO LIBERO

Olo gramma: e' l'inizio di un percorso collettivo della nuova coscienza planetaria e galattica: il tempo e' ora e il tutto e' nell'ora. (onda radiante amore) manifestazione di arte-cultura e spettacolo, spazio per la sperimentazione di nuove forme creative: dove la tradizione incontra e si mescola con le forme contemporanee, dando vita ad un viaggio nel mondo delle libere espressioni... attraverso performances teatrali, sonorita', colori, poesia, danze etniche, terapie del benessere e laboratori d'arte.
Attraverso la condivisione dei saperi e delle conoscenze per ricercare: le connessioni, i richiami, le somiglianze, i riflessi... un laboratorio multietnico e multiculturale, tramite la codifica di un'arte che puo essere ora didattica, ora ludica, ora terapeutica... e sempre divertente.
Olo gramma: perche' ognuno di noi e' quell'uomo cosmico che sa' attraverso gli eventi (non casuali) essere protagonista della propria vita e della propria guarigione, riconoscere la mappa del mondo e gli accordi profondi dlla vita che echeggiano uguali nell'universo, negli spazi cosmici: cosi' come nella magnifica esistenza di ognuno di noi. E' un percorso per riappropiarsi di un ritmo naturale che ci appartiene da sempre, traendo spunto ed insegnamento nonche' nutrimento dal contatto con il primordiale ed assaporando appieno la piu' intima essenza, in una immersione totale nel mondo amico della natura.
Spettacolo di danza del ventre con la Scuola di Salua Nanni - http://www.salua.it/
Danzatrici: Barbara, Francesca Fe., Francesca Fi., Gisella, Silvia

Danzeremo noi, intorno alle 20.00 e proporremo la nostra danza, siamo elettrizzate per questa esibizione che per la prima volta ci vede tutte insieme... purtroppo mancano Stefania ed Elena che sono in ferie... con loro avremmo fatto il gruppo al completo!
Adesso non resta che provare fino allo sfinimento le coreografie, ripulire, aggiustare e provare provare e provare ancora finchè non saremo pronte e poi via... si danza.

venerdì 18 luglio 2008

Fra - Blog Addicted

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mercoledì 16 luglio 2008

Lettera aperta


Stamattina la mia amica e collega Francysing mi ha girato un articolo...

Dal blog di Meltemi ho letto con attenzione la lettera aperta di Massimo Canevacci e ora la posto anche qui.

Mi ha lasciato un profondo senso di frustrazione, sarà che Massimo Canevacci è un Professore che quando sei a lezione non ti tratta da studente, ti fa sentire parte di qualcosa, si da completamente con le sue emozioni, regalando a chi lo ascolta tutta la sua continua ricerca.

Antropologia Culturale è la materia che insegna(va), la riconosci subito dalla bacheca, entri in facoltà giri a sinistra e ti ritrovi una bacheca con mezza scarpa con il tacco rosso fuoco, incollata dentro, locandine e annunci di laboratori e performance, lezioni e prensentazioni di libri. Non si ferma mai, niente di cristallizzato. Tutto va avanti, una continua ricerca, un continuo studio.

Grazie ad Antropologia Culturale ho aperto la mente a tante cose che non conoscevo, ho imparato a guardare con la mente aperta, senza porre limiti di alcun genere, o almeno a mettere in discussione i miei limiti. Ho imparato a studiare, essenzialmente un metodo.

L'unico esame dove sono andata rilassata, perchè non c'è stato un libro che non ho amato, che non mi sia entrato dentro totalmente e che anche adesso riprendo spesso.

Oggi, leggo la lettera aperta del mio professore... e mi viene tristezza, una profonda tristezza... perchè tutto quello che pensavo, la disillusione sul mio percorso di studi, la svendita dei cervelli... e tutto quello che ne consegue, non riguarda solo noi che, voglio dire, siamo stati formati al rifiuto, alle porte in faccia... ma riguarda anche gente come Canevacci, che a lezione ti fa ascoltare la musica e che insieme a te chiude gli occhi per farla passare direttamente nell'anima, che si commuove... che si avvelena perchè pur scegliendo di essere lì a lezione la gente non ascolta. Inammissibile.

Ecco la lettera.


Massimo Canevacci
Lettera aperta per la Facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università “La Sapienza” di Roma

Le nuove scelte didattiche della Facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università “La Sapienza” mi impongono di rendere pubbliche alcune perplessità, poiché, a fronte di un’indubbia crisi dell’ordinamento triennale, si è deciso di ristrutturare l’ordine degli studi secondo una visione della comunicazione restaurativa e schiacciata sull’esistente.In tal modo, la scienza della comunicazione rischia di ridursi a una preparazione professionale di taglio giornalistico; le connessioni sperimentali e trans-disciplinari con quanto emerge nella comunicazione digitale (estesa tra design, architettura, pubblicità, performance, musiche, moda, arte ecc.) spesso risultano incomprese, “non controllate” o neutralizzate in “tecniche”; e vengono ignorate, di conseguenza, quelle ricerche che stanno tentando modificare paradigmi espositivi, composizioni espressive, narrazioni multisequenziali.Tale tendenziale rinchiudersi della comunicazione dentro un giornalismo asfittico e un’apologia dei media impoverisce la Facoltà, trasforma i docenti in funzionari dell’“industria culturale”, addestra gli studenti alla rinuncia all’innovazione e all’assenso disciplinato, chiude alle nuove professionalità che attraversano visioni, stili, linguaggi, è indifferente alle prospettive che nelle università estere da tempo vengono applicate in questo ambito (si veda il ruolo dell’antropologia culturale nei Media Studies in tante università estere – MIT, Humboldt Universität, Escola de Comunicação e Arte dell’Università di São Paulo con la quale ho stabilito un accordo di scambio tra docenti e studenti). Tutto questo rischia di configurare provincialismo disciplinare, endogamia mass-mediale, diffidenza dell’emergente, sottrazione delle potenzialità digitali.La materia che ho insegnato per più 20 anni – Antropologia Culturale, materia fondamentale per gli studenti di primo anno – è stata soppressa, mentre a Roma, in Italia e ovunque, sarebbe necessario moltiplicare le ricerche con questo orientamento, per contrastare le pericolosissime onde razziste, le chiusure localistiche, i decisionismi verticistici, le grettezze mediatiche.Si è preferito, invece, puntare su materie “classiche” (diritto e storia), eliminando la prima delle tre discipline fondamentali delle scienze sociali (antropologia, sociologia, psicologia). Il docente che la insegnava viene “esiliato” al terzo anno del corso di laurea di Cooperazione e Sviluppo, con una materia denominata Comunicazione Interculturale. Già nel titolo del corso si esprime la continuità di un dominio neo-coloniale dell’Occidente verso un mondo “altro”: che la “cooperazione” sia focalizzata a dare aiuti economici ai laureandi e ai rispettivi Paesi di residenza, piuttosto che all’“altro”, dovrebbe essere ormai evidente; e sulla critica al concetto di “sviluppo” sono stati scritti così tanti saggi prima e dopo il ‘68 che è noioso solo ricordarlo. Quindi si crea una materia come Comunicazione Interculturale, che fin dal nome rafforza chiusure identitarie e culturali, regressioni scientifiche e formative, che purtroppo appaiono in sintonia con quelle politiche da “lega romana” adeguate al clima imperante, in cui un cattolicesimo appiccicoso cerca di controllare governi e opposizioni, atenei, facoltà, docenti.I riferimenti cui la mia cattedra si è ispirata sono collocati, tra gli altri, nel filone antropologico inaugurato da Gregory Bateson: che, a partire dalle sue ricerche anticipatrici a Bali, hanno permesso di elaborare il “doppio vincolo”, concetto tra i più straordinari applicato sia alla comunicazione “normalmente” psico-patologica che ai mass media nascenti; fino alla sua collaborazione con Wiener per le primissime ricerche sulla cibernetica. Anziché dedicarsi a santi e madonne, processioni e proverbi – temi troppo spesso esclusivi nell’insegnamento di questa materia da noi – la ricerca antropologica di Bateson si inserisce nei flussi già all’epoca emergenti di comunicazione, tecnologia, alterità.Infine, questa lettera non rivendica nulla di personale (vado in pensione dal prossimo anno e lascio quindi questa Facoltà). Essa esprime un posizionamento politico-culturale che individua, nella crisi crescente e apparentemente irreversibile della Facoltà di Scienze della Comunicazione, un problema su cui indirizzare la riflessione critica nell’interesse di docenti, studenti, impiegati: di chiunque viva e respiri l’aria di un’università che cerchi di dare senso ai futuri possibili e non si limiti a replicare il peggio dei presenti mediatizzati.



La lettera è pubblicata qui sul sito della Facoltà di Scienze della Comunicazione di dell'Università La Sapienza di Roma.

venerdì 11 luglio 2008

Venerdì secco


Sì, secco... perchè i quattro vasi che se ne stavano sul pianerottolo sono spariti, lasciando solo per terra i resti secchi della "mia" Bouganville.

Sono una piovra, lo riconosco. Se intercetto qualcosa che mi interessa gli giro attorno... se poi scopro che quello che mi interessa è anche lì abbandonato e non curato, passo direttamente allo step successivo: me ne approprio. Sìsì, non si fa, non è corretto... ok, è vero... ma sono piante!

Ecco, questo è accaduto ai quattro vasi sul pianerottolo. Quando siamo arrivati erano invasi di ortica, e non si capiva se le piante vere fossero morte o ancora in letargo. Tutto secco, solo qualche foglia a chiedere pietà e un pò di acqua.

Io non ho fatto niente. Solo ogni sera prima di andare a dormire, riempivo i miei bottiglioni di acqua e annaffiavo. Ecco. In un mese ho scoperto che quel fascio di rami secchi erano due meravigliose Bouganville rampicanti, e che al lato della porta c'era addirittura una rosa, e nell'altro vaso c'era un'altra pianta rampicante che, quando è in vita, fa i fiori bianchi.

In questo primo mese nella nostra casetta mi sono dedicata all'annaffio e al giardinaggio selvaggio senza che nessuno mi dicesse "hei ciccia, lascia stare le mie piante!", così ho piantato nell'unico vaso rimasto dei cacchietti di piantine grasse rubate al balcone di mia madre, e visto che mi sentivo creativa ho anche aggiunto tre vasetti di plastica con altre piantine grasse regalate dalla mia collega Michela.

Ieri sera la telefonata, appena uscita da danza. Davi mi chiama per dirmi che i vasi non ci sono più... che la "mia" Bouganville se è andata... insieme ai suoi fiori (he sì, perchè ha fiorito nel frattempo e anche tanto!!). Non solo. I cacchietti delle mie piantine grasse sono stati strappati e buttati sopra ai vasetti piccoli (quelli che sono davvero miei!).

Che brutto. Che brutta scena.

Non ho ragione lo so. Non erano cose mie... me ne sono appropriata così... per il piacere di vedere delle cose belle intorno a me... (piante vive e non terra arida e piante soffocate). E ora... i bei vasi di terracotta non ci sono, se li sono portati via insieme alle piante, ormai in ottimo stato di salute.

Che amarezza.

lunedì 7 luglio 2008

A tutta danza...


Riparte una nuova settimana, tutta (o quasi) all'insegna della danza.

Martedì e Giovedì lezione intensiva Raqs Sharqi con Salua... e proprio questo giovedì si chiude questo ciclo di lezioni speciali, peccato. Due ore di studio dei ritmi, stile e interpretazione. Farei tutti i giorni, se fosse per me.
Mercoledì invece, lezione di spada con Isabel al San Lò. Eccolo il regalo della mia amica Gisella.

Nello specifico:
20.30-22.15 DANZA CON LA SPADA con Isabel De Lorenzo> Autentica tecnica della spada, utilizzabile sia nello stile orientale/sharqi che tribale. Un'introduzione all'uso del più affascinante accessorio della danza orientale: impugnatura, punti di equilibrio, camminate, giri, discese a terra >> Aperta a tutti con buona base tecnica in danza orientale e/o tribale

Infatti questa è la Settimana delle Danze Orientali del San Lò, il centro di danza che si trova in zona San Lorenzo. Da qualche anno a luglio c'è questa settimana, tutta concentrata di stage con le insegnanti del San Lò, sui vari stili della danza orientale. Isabel, terrà lo stage sullo stile con la Spada.

Molte persone che conosco hanno frequentato già lo stage con lei lo scorso anno e sono rimaste tutte entusiaste dall'esperienza. Quest'anno Gisella mi ha regalato questa bellissima esperienza, e non vedo l'ora che sia mercoledì.

Sono pronta. La mia spada n. 2 (quella con il manico aperto) è quasi pronta, manca solo il trucchetto per tenerla fissa, ma entro stasera corro ai ripari. Fascia, completo total black, cinta senza sonagli e ginocchiere sono già in borsa... e il mitico coprispada "fluo" cucito dalla nonna di Cipofra è pronto per farsi invidiare da tutti! :-P

Evvai, a tutta da danza... da domani!

mercoledì 2 luglio 2008

Danza... il ritorno


Dopo un mese di tango sfrenato, finalmente ieri sono tornata a danza.

Che bello, un mese intero mi è sembrato un'eternità e riprendere da capo è stato come risvegliare il corpo... he sì, nell'ultima settimana la parte più viva e sentita (diciamolo, dolorante) del mio corpo sono stati i piedi, che hanno subito i tacchi, le calze, i gonfiori del caldo e gli arrossamenti. Piedi sì doloranti, ma anche mooolto felici visto che le prossime scarpe che metteranno sono delle autentiche pink-tango-shoes! che dire, le guardo e ancora non mi capacito! Altro che Manolo! ;-)

Ma ieri finalmente scalza! ho danzato con la mia pancia, con i fianchi e con le braccia. Sono tornata danzatrice. Che bello, mi mancava! Quindi per questo mese a tutta danza, con le lezioni intensive di luglio e con un meravoglioso regalo della mia amica Gisella... buono lezione San Lò!!!! Spada, ovviamente insieme! evvai! CipoFra tu che fai? daiiii! :-)

E da qui, anzi da metà luglio parte la mia estate, l'interruzione della mia amata "routine danzatango" in attesa di ottobre e con le orecchie tese a stage e seminari estivi. Speriamo non manchi occasione. Ma le ferie no, he?! He no, niente ferie... almeno non per il momento...

Quasi mi dimenticavo... a settembre Adriana Varela in concerto all'Auditorium. Selvaggia-Cri tu ci sei? Noi bigliettiamo domani! :-)

Baci

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