domenica 23 dicembre 2012

Una nuova vita in 48 ore

La nostra ultima foto a casetta. Noi e la nostra vita impacchettata.

Continuo a ripetermi questa frase in testa "la vita mi è cambiata in 48 ore" anche se in realtà la vita ha iniziato a cambiarmi sotto già ad agosto, solo che in quelle 48 ore tutto sembra essersi concretizzato e lo spavento ha preso il sopravvento.

Si cambia casa, si cambia vita. Dopo quattro anni e mezzo abbiamo detto addio alla nostra prima casa, a quelle quattro mura e un mega terrazzo dove tutti i nostri sogni hanno preso forma, i nostri progetti sono stati immaginati, pianificati e in alcuni casi concretizzati.

Nuove esigenze, nuova vita. Tutto condito da una dose molto forte di incoscienza mista a speranza e da una bella manciata di sfortuna, come una buona amica ci accompagna sempre per complicare le cose. Perchè se non sono difficili, a noi le cose non ci piacciono.

Dunque abbiamo salutato la nostra prima casa, dove abbiamo deciso di sposarci e dove abbiamo deciso di mettere su famiglia. Dove abbiamo progettato la nostra vita e dove abbiamo iniziato a vivere come famiglia.

Staremo mica diventando grandi? Io comunque i miei peluches li ho inscatolati tra le cose fragili, così per non perdere quello spirito di "cameretta" che ha sempre avuto la nostra prima casetta e che almeno in parte deve avere anche questa nostra nuova casa.

Tutto è iniziato così, con la prima scatola di cartone che ovviamente abbiamo rimediato. Già, complici i commercianti della zona, in particolare il casalinghi cinese e il fruttivendolo indiano, abbiamo preso le scatole di pasta, biscotti e detersivi per il nostro trasloco, risparmiando un bel pò di soldi. La prima fase dell'inscatolamento è stata condita anche da una buona dose di "rivediamoci i libri che ci siamo letti", che ha notevolmente rallentato il tutto... ma ci voleva! <3 p="p">
La prima scatola. I libri sono i nostri gioielli più preziosi, la prima cosa da mettere al sicuro.
A metà weekend di inscatolamento eravamo in queste condizioni. Ma anche Marito è prezioso, meglio avvolgerlo con il pluriball prima di metterlo via! ;-)

Il primo weekend di inscatolamento si conclude così...
Alla fine, tra una scatola e un'altra, ma soprattutto dopo tante notti insonni la casa si è lentamente o velocemente (non saprei in realtà) svuotata. Ultimo ad uscire di casa il mio candelabro per la danza del ventre, oggetto tanto desiderato e mai usato. "Lo vendo oppure no?!" questa è stata la domanda che mi sono posta durante tutti quei giorni, eppure avevo altro a cui pensare... mha, la testa a volte non si sa dove va. Comunque alla fine non l'ho venduto, troneggia sulla libreria anche a casa nuova...

Il vuoto e il candelabro.

Il passaggio non è stato indolore, anzi. Per fortuna gli amici hanno reso tutto più leggero, nel vero senso della parola, dal momento che ci hanno aiutato a fare il trasloco caricandosi scatole di libri pesantissimi, mobili vuoti e pieni, televisore e computer. Hanno smontato e rimontato, incartato e scartato, mentre mi aiutavano ad asciugare qualche lacrimuccia. Anita, Fabio, Chiara e Giovanni sono stati eccezionali, il loro aiuto e supporto mi ha commosso. Per non parlare delle nostre famiglie, i miei genitori hanno fatto di tutto per starci vicini ed aiutarci.

i nostri amici! <3 td="td">
E poi è arrivata l'ultima notte a casa. Sabato 1 dicembre abbiamo dormito per l'ultima volta nella nostra prima casa, ma prima di andare a dormire, abbiamo fatto le valige e abbiamo salutato anche Cindy.

Marito contempla per l'ultima volta anche Cindy. La serata degli addii.
Domenica 2 dicembre ho avuto qualche difficoltà a lasciare la casetta. Lo ammetto. Mi sono seduta sul divano e ho aspettato che il tempo passasse, guardando fuori dalla finestra, quella finestra da dove abbiamo origliato i ragazzini adolescenti litigare con i genitori, il boxer e la russa litigare, gli infermieri del gemelli fare colazione ad ogni ora. La finestra dalla quale abbiamo guardato la gatta di quelli di fronte, Giulietta (per noi) amoreggiare con Grigetto e Neretto. Insomma, la nostra finestra. Mi sono messa lì, zitta e buona e ho aspettato. Poi è arrivato il momento anche per me di andare, e ho pianto.



Tra una lacrima e l'altra, però, sono arrivata a casa nuova, dove c'erano tutti ad aspettarci per festeggiare l'inizio di una nuova vita. E così abbiamo fatto. Davi ha stappato la bottiglia che aspettavamo di aprire per un'occasione speciale e abbiamo mangiato e riso con le nostre famiglie e i nostri amici. E tutto è ricominciato.

a casa nuova.

Ma i cambiamenti non sono tutti qui, ce ne sono tanti altri, ma questa è un'altra storia.
Baci
Fra'

domenica 21 ottobre 2012

Il primo orlo non si scorda mai

Cucciola a lavoro

 Mia suocera proverà un brivido lungo la schiena quando le dirò che mi sono cimentata in una delle attività che mi riescono peggio: il cucito.

Non riesco a mettere la mia anima in pace su questo punto, voglio imparare a cucire con i mezzi e gli strumenti che ho a disposizione, vale a dire: due libri di cucito e una macchina da cucire da 20 euro, Cucciola, ve la ricordate? Ne ho parlato qui!

Se prima lo scopo era cucirmi vestiti per la danza, oggi vorrei ampliare i miei orizzonti e passare direttamente agli orli! Sì, mi voglio fare da sola gli orli dei pantaloni. Per me, che sono disordinata e confusionaria, maniaca dell'approssimazione, questa missione è davvero molto complicata, ma con il mio spirito "ma sì, va bene, dai!" ho raggiunto la prima vetta e l'ho chiamato Orlo dinamico, sì perché di dinamismo il mio orlo nuovo di zecca ne ha da vendere, è tutto storto e a volte si sdoppia.

Mi direte "vai da una sarta!" e invece no, perché non potete nemmeno immaginare che soddisfazione provare i jeans con le scarpe adatte, piegare in dentro la stoffa in eccesso e puntellare il bordo con delle spille da sarta. Riprovare i pantaloni e verificare con una professionalità mai avuta la correttezza della procedura e infine l'impresa da professionista: imbastire con il filo bianco.

la mia scatola dei fili molto professionale.

Per un istante ho creduto di essere una vera sarta, una di quelle che fa orli ogni giorno per arrotondare la pensione. Una di quelle che misura una gamba sola del pantalone, perché ad occhio è già consapevole di come sarà tutto il lavoro finito.

E poi la fase da tecnica della macchina da cucire. Scegliere il filo del colore giusto e avvolgerlo nelle bobine vuote, sistemare il filo e testare che l'ago vada bene, su un pezzo di stoffa che si tiene appositamente sotto l'ago.

Jeans imbastiti

Una volta testato tutto, è tempo di procedere, prendere coraggio e mettersi a lavoro. Bhè, sono molto soddisfatta. Realisticamente credo che il mio orlo durerà il tempo di indossare i pantaloni, sporcarli, metterli in lavatrice e stenderli. A quel punto passerò direttamente alla fase: porta i jeans alla suocera e goditi un orlo fatto bene, ma fino a quel momento il mio orlo è perfetto!

Un autentico orlo dinamico.


Eccolo il mio orlo dinamico! :-)

lunedì 18 giugno 2012

Una mela, il guinzaglio e la felicità. Ciao Dotty

Io e Dorotea.

Mi si è rotto il cuore. Sì, il mio cuore, quello della mia vita prima di vivere con Davi si è rotto, come una tazzina di ceramica si è frantumato per terra.

Dorotea, la cucciola che doveva fare compagnia ad Haxel, quella che per la paura si era nascosta nel sottotetto del terrazzo e entrava in una mano, se ne è andata. Dopo 15 anni è andata via per sempre. Non è solo la morte del mio cane, è la chiusura di un cerchio, la fine di un periodo lungo tanti anni e pieno di cose, case, luoghi e parchi.

Dorotea, si doveva chiamare Domitilla, perchè io avevo visto il film "L'Albero delle Pere" di Francesca Archibugi e pensavo che il nome della bimbetta fosse perfetto per lei, una cagnetta tutta nera con la pancia bianca e un musetto antipatico e vispo.

Doroty e la sua mela, e io e Dotty

Dorotea

Ci ha messo più di un mese per farsi accettare da Haxel, il padrone incontrastato della casa, ma poi l'ha conquistato e si faceva coccolare strofinando il muso nel suo collo. Lui per risposta si sdraiava tutto e ringhiava... con poca convinzione, e poi si prendeva tutti i morsetti sul collo.

Il divano era diventato il loro posto preferito, nonostante il giardino, e poi quando Haxel se ne è andato, con lei la nostra vita è cambiata ancora.
Nuova casa, nuove abitudini e "il parco degli amici cani", dove il sabato mattina andavamo io e lei a passeggiare e giocare con gli altri cani.

E' riuscita a conquistare anche Davi... osso duro! <3

In realtà ci giocavo più io con gli altri cani, a Doroty piaceva stare vicino a me, passeggiare passo passo, non più di quattro passi più avanti, poi si girava per controllare che fossi ancora lì e ritornava indietro. E se mi fermavo a leggere, lei si sdraiava lì vicino, perchè ai cani serve spazio, sì il minimo indispensabile per stare vicino al proprio padrone.

Doroty se ne è andata, e il giardino di Preci senza di lei non sarà più lo stesso, sotto l'albero delle mele non sentirò più i suoi dentini sbattere per farsi tirare un mela. Un continuo di stacca e tira mele, e poi quando si stancava, si sdraiava e si mangiava la meletta verde.

Io, Dotty e il guinzaglio! <3

Ora, non ci sono più cani nella mia vita e un forte dolore per la perdita della mia Dotty.

Doroty e Haxel, i miei cani.

domenica 11 marzo 2012

Biscotti alla mandorla per il weekend

I miei biscotti, le Rotelle ai frutti rossi.

Cercavo un modo per rilassarmi e per stare lontana dal pc... l'ho trovato. In cucina!
Così mi sono regalata un Kitchenaid viola, anzi no, uva fragola, e ogni volta che la mia testa ha bisogno di liberarsi un pò, faccio un'accurata ricerca della ricetta più adatta, passo al supermercato e poi si iniziano le danze.



Questa volta è stato il turno dei biscotti alla mandorla, o meglio delle Rotelle ai frutti rossi, trovati su un libro di ricette comprato al mercato e dedicato esclusivamente ai biscotti. Ok, è il mi turno: la farina di mandorle ce l'ho in dispensa, perfetto: raddoppio la dose e i biscotti sono i miei!

Sono venuti belli, vero? La foto in testa l'ha fatta Overlookdavid, che ha anche assaggiato! ;-) Invece le altre sono le mie, mentre preparavo! :-)




Volete farli anche voi? Ecco la ricetta (raddoppiata):

  • 600 g di farina 00
  • 200 g zucchero
  • 160 g farina di mandorle
  • 120 g di burro
  • 2 uova
  • 4 cucchiai di acqua fredda
  • una presa di sale
  • marmellata di frutti rossi

Setacciare le farine e lo zucchero, unite il burro ammorbidito a temperatura ambiente. Mescolare tutto e aggiungere le uova e l'acqua, impastare tutto e poi stendere la pasta su un foglio di carta forno.
Spalmare la marmellata, arrotolare e avvolgere con la pellicola trasparente. Lasciare in frigo per mezzora e poi tagliare a rondelle. Infornare per 12-15 minuti in forno a 180°.




Sono venuti bene, non mi posso lamentare, forse però con meno marmellata sarebbero venuti meglio! ;-)
Vediamo la prossima volta che mi metto a fare per rilassarmi! :-)
Fra'

domenica 26 febbraio 2012

Nuova vita senza zucchero

la molecola del saccarosio... non la tollero!

Da quando ho deciso che questo blog doveva diventare la mia vetrina personale per trovare nuove collaborazioni come web content editor mi è venuto un blocco di scrittura, una di quelle sensazioni tipo "no vabè, poi se uno che vuole offrirmi una collaborazione legge questa cosa, quando mi chiama!" e così.... blog morto per mesi!

Ora mi sono stufata e riparto da qui: tanto con o senza post, le collaborazioni vanno e vengono lo stesso!
Quindi Pantesilea (che dalla vecchia enciclopedia di mia mamma era sinomino di Pentesilea, e a me suonava meglio) diventa Pentesilea, nome corretto della donna alla quale mi volevo ispirare quando ho aperto questo blog... ma negli anni ho capito che ho ben poco di lei!

Ripartiamo da qui, da una correzione, per riprendere a scrivere di getto, come ho sempre ho fatto in questo blog, e riprendo a scrivere parlando di una correzione o meglio, di una privazione che mi sta cambiando la quotidianità! :-)

Un cambiamento che mi ha alleggerito la vita e il punto vita: niente più zucchero nella mia vita, ormai da quattro mesi, e devo dire che sto molto meglio.

Da un'analisi del sangue, cytotoxic test, ho scoperto che il mio organismo non tollera alcune  cose, poco male, anche la mia testa ne tollera poche in effetti. Tra queste, lo zucchero, o meglio il saccarosio, proprio non lo sopporta.

Lo zucchero!

Così, via lo zucchero dalla mia vita e se la vita è tanto amara, senza zucchero si sta davvero meglio, almeno io. I vestiti, dopo quattro mesi senza zucchero mi stanno tutti larghi, i dolci li faccio e non li mangio e la pasta integrale mi sazia prima di quella classica.

In più ho scoperto che la mia pigrizia nella ricerca di soluzioni alternative mi ha fatto scoprire nuove frontiere alimentari, nuove abitudini più sane... in fondo lo zucchero è vero che si trova ovunque, ma si trova soprattutto negli alimenti confezionati, soprattutto dove non serve per niente.

Così, ecco il primo cambiamento nella mia vita, che mi ha fatto tornare una 44 scarsa (credo... ancora vado in giro con i vestiti larghi, e non solo per il gusto di farmi dire "uh, come sei dimagrita!!) e di provare l'ebrezza di non mettere nemmeno un cucchiaino di zucchero nel caffè!

Vediamo cosa mi riserva il futuro! :-)

Fra'

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