martedì 3 luglio 2007

Scrivere i Teenager


Pensavo di non essere così vecchia da permettermi di scrivere di teenager, credevo che la distanza fra me e le ragazze che portano gli scaldamuscoli fosse solo di stile, ero convinta che nessuna ragazza o raggazzo di sedici anni mi avrebbe mai dato del "lei". Bhè, mi sbagliavo!

Mi sono ritrovata in un convegno dove "i grandi" studiano "i piccoli", ed io che mi sentivo in una terra di mezzo, sono stata catapultata dentro il mondo dei grandi incastrata in un doppio vincolo... aspettavo da una vita il momento di sedermi su quelle sedie rosse, con il blocco e la penna brandizzati, a scrivere appunti sulle perle di saggezza esposte da chi sta sul tavolone davanti con alle spalle le slides, ma non avrei mai voluto sentirmi vecchia!! Ecco, il grande momento è arrivato lo scorso 12 e 13 giugno. Il mio primo viaggio di lavoro... wow!

Ma cosa mi tocca fare? Guardare i teenager con la lente di ingrandimento, come fossero formiche da analizzare, piccoli ma grandi, bravi ma teppisti, in eterna crisi di identità e con genitori colpevoli, sempre la solita solfa... ma una volta io ascoltavo e ci ridevo sù... adesso prendo appunti. Oh mio dio!

E poi? con tutti questi appunti che ci facciamo?? Escogitiamo un modo per capirli, gli adolescenti! Ed è proprio da tutti questi appunti che nasce un articolo, il mio primo articolo a dir la verità firmato e pubblicato su http://www.tafter.it/ e che riporto di seguito, così tanto per fare un pò la sborona.


Pantesilea


Comunicare (a)i teen agers
Forme e strategie di comunicazione rivolte al pubblico teen


Uno spunto offerto dagli interventi del convegno Teenager 2007 ha dato il via ad un'interessante discussione sul mondo dei teenager come fetta di mercato, e sulle strategie di comunicazione utili al raggiungimento di questo complicato target...
Definire chi sono e studiare i comportamenti dei teenager equivale a parlare di un mondo sconosciuto, impossibile da collocare all’interno di una classe. L’età non può rappresentare una variabile sufficiente per inserire un gruppo così complesso e articolato all’interno di una categoria omogenea, che è volutamente lontana dal mondo degli adulti, ma che ne utilizza gli strumenti per comunicare, stravolgendone modi e tempi di fruizione. Generalmente i cosiddetti teenager vengono inseriti nella fascia di età 12-18 anni, ma ad oggi la fascia dei pre-adolescenti, che consiste in quei due o tre anni che separano i bambini dai ragazzi (9 – 11 anni) è presente e attiva sia nelle relazioni sociali che nella propensione al consumo. Sono delle spugne, assorbono tutti gli stimoli che provengono dall’esterno, non hanno il tempo di metabolizzarli perché già li rielaborano e trasformano, creando nuovi stili di vita e di consumo. Durante il convegno organizzato da Somedia e dedicato allo studio di questa complessa fascia di mercato, TeenAger 2007 tenutosi a Milano il 12 e 13 giugno 2007, sono emersi molti elementi che caratterizzano i teenager. Il più interessante è il loro rapporto con le nuove tecnologie e il loro modo di comunicare. Per i teenager, a onor del vero, non ha senso parlare di nuove tecnologie: loro sono nati con la tecnologia digitale, con il computer ed il cellulare. Sono gli adulti che parlano di nuove tecnologie. I teenager si limitano a usarle, ignorando spesso il sistema che sottende al mezzo, manipolarle e rielaborarle, facendo impazzire le aziende, sempre alla ricerca di nuovi strumenti per catturare l’interesse dei più giovani. Dai dati emersi durante il convegno (forniti da una ricerca condotta dalla Doxa) emerge come l’uso di internet è scelto dai teenager prevalentemente per comunicare con gli altri, attraverso chat, forum, community, blog. Quello che assume la massima importanza è esprimersi, lasciare la propria traccia in ogni passaggio nella rete. Se internet è utilizzato dai teenager, sono gli spazi di confronto quelli privilegiati, dove proiettarsi in una delle tante identità virtuali e fare a gara a chi ha più contatti nel proprio blog. Non è un caso infatti il proliferare di siti e community dove la creazione dell’avatar, il corpo virtuale, è curato minuziosamente dal colore degli occhi al taglio dei capelli, fino al tipo di abbigliamento. Come si muove dunque la comunicazione per raggiungere questa fascia di mercato tanto allettante quanto complicata da conquistare? Sicuramente su più fronti. In rete sono numerosi i terreni che possono essere colonizzati dalle aziende per offrire spazio ai teenager ed entrare nelle loro simpatie. On line attraverso lo studio ad hoc di community, forum, chat, portali che permettono ai ragazzi di esprimersi, magari presupponendo il consumo del prodotto promozionato, o la condivisione di un interesse comune. Un’azienda che produce e commercializza abbigliamento sportivo potrebbe, ad esempio, promuovere una community in cui si parla di sport, abbigliamento sportivo, luoghi di vacanza dove praticare attività sportive; oppure realizzare advergames e concorsi on line che prolunghino la relazione fra azienda che propone il servizio e l’utente. Altra direzione che un’azienda può seguire per cogliere l’essenza dei teenager è attraverso il cool hunting: i cosiddetti cacciatori di tendenze, ragazzi poco più grandi dei teenager che raccolgono fra i propri coetanei le ultime tendenze in fatto di consumi e stili di vita e le riportano alle aziende che cambiano rotta per stare più vicini al target. Infine, non sono da trascurare i grandi eventi. Come ha sostenuto Francesco Cibò, Advertising & Communication Specialist di Coca Cola, durante il convegno, il legame fra musica e giovani è sempre stato fortissimo, quindi mai sottovalutare i grandi eventi musicali, mediante i quali un’azienda può essere protagonista (come nel caso dell’Heineken Jammin’ Festival) ed essere così associata a momenti di incontro, catalizzatori di grandi masse e per questo occasioni privilegiate di socializzazione.

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