
martedì 31 luglio 2007
lunedì 30 luglio 2007
Notte Bianca a San Benedetto del Tronto

giovedì 26 luglio 2007
News News News - nasce Sultana

mercoledì 25 luglio 2007
Dina
Con Dina ho sempre avuto, dal primo video che ho visto, un rapporto di amore/odio. Veramente, al primo video ho riso come una matta, mi sembrava ridicola, e troppo orgasmica, poi con il tempo ho imparato a vedere oltre. Ho impiegato tre anni a digerirla e ad apprezzare il suo modo di porsi e di ballare. Al primo sguardo mi è sembrata subito volgare e caricata, un’esagerazione con micro vestiti che si tengono per volere del cielo… o per grazia della colla!Un donnone insomma, vestita pochissimo e con uno sguardo sempre perso nella sua danza, eppure questa donna ha conquistato tutto il mondo della danza del ventre, lei la rappresenta.
Cercando on line informazioni su di lei ho trovato il miglior contributo sul sito del Taus dove c’è una descrizione attenta delle sue vicende personali, in due articoli nella sezione “oriental magazine” con info tratte dal sito http://www.gildedserpent.com/.
Prima di tutto chi è Dina. E' un personaggio controverso, in Egitto e' amata e odiata, mentre nel resto del mondo e' venerata. La sua prima esibizione fu a Dubai dove sbalordí letteralmente il pubblico che l'ammirava. Giovanissima guadagna subito un contratto di spettacolo con i grand hotel Sheraton e Marriot. Nel frattempo si laurea in filosofia e continua a studiare danza con i maestri e coreografi Ibrahim Akef e Raqia Hassan.
Dina ha sempre visto la danza come un'arte fisica che combina la preparazione atletica con l'eleganza dei movimenti, insieme al sentire la danza come un'egiziana. Lei stessa dichiara che nonostante molte straniere si esibiscano in Egitto con successo, non saranno mai delle ottime interpreti della musica araba; ella stessa afferma: "In Brasile ad esempio le ballerine danzano ottimamente la loro danza, e se io volessi danzare come una ragazza brasiliana il risultato sarebbe diverso, perche' sento la musica differentemente". Poi susseguono due scandali che le scombussolano la vita per diversi anni, l’Egitto e tutto il mondo arabo si infiammano e la figura forte e autorevole di Dina si frantuma in un istante. Comunque Dina con o senza scandali rimane l'unica grande acclamata star per gli egiziani, in Egitto ogni turista è alla ricerca di una sua esibizione e il pubblico locale vuole solo lei.
Per capire Dina le foto non vanno bene. Ecco allora i video che mi ha segnalato la mia amica Vale. Secondo me sono i più belli di Dina, dove lei veramente si diverte mentre danza, ed è davvero formidabile! Poi se ne avete altri più belli... postateli!
:)
In una trasmissione televisa, gioca con il percussionista!
lunedì 23 luglio 2007
Ancora sulla spada...
Un video di gruppo, bella musica e loro molto carine e brave...
Questo video non posso inserirlo, ma posso linkarlo... eccolo! è didattico, la danzatrice fa vedere molte delle pose che possono essere eseguite con la spada...
Ed infine la spada nello stile tribale... mooolto bello....
beeeeeelliii!!!
venerdì 20 luglio 2007
La danza della spada - Raks al sayf

Visto che non posso ancora fare stage e lezioni di danza con la spada, mi accontento di cercare la spada nei negozi e l’origine della danza in rete, anche se lo devo ammettere, con scarso successo.
Poche sono le notizie sull’origine di questo che uno degli stili più affascinanti della danza del ventre.
Dalle mie navigazioni è emerso prima di tutto questo: Anticamente le donne venivano comprate o rapite come bottino di guerra e portate dentro i Palazzi dei “Ricchi Signori”. Non tutte si adattavano alla situazione di schiave (alcune facevano lavori domestici, altre si esibivano con danze e canti) e lo dimostravano in un modo molto singolare. Durante l’esibizione afferravano le spade dei guardiani presenti e le sistemavano in equilibrio sopra la testa. Continuavano a ballare impavide, con movimenti delicati e sinuosi, esprimendo il concetto: «tu, che controlli la mia vita, tenendo la spada sulla mia testa, non potrai mai possedere la mia anima!». E già questo mi affascina da morire!!!
In arabo danza della spada è "raks al sayf", è una danza molto particolare , in cui la danzatrice deve eseguire una serie di movimenti delicati e sinuosi tenendo la spada in equilibrio sulla propria testa. Dalla mia breve esperienza, e dagli spettacoli che ho visto, la spada deve rimanere in equilibrio anche sul fianco, sulla spalla e sul dorso della mano. È una danza sacra, ha lo scopo di rendere omaggio alla dea della guerra Neit, infatti la Spada simboleggia la potenza degli dei che protegge i deboli. Va differenziata dalla danza del pugnale che è di origine Turca e veniva eseguita dalle prostitute per proteggersi dagli assalti indesiderati degli uomini.
Poi le mie attendibilissime amiche del forum di danza del ventre di Salua, hanno arricchito la mia ricerca: un riferimento storico sicuro è una serie di testimonianze del lontano 1850-70.... Dalle relazioni di scienziati, studiosi ed esponenti militari, saltava fuori qui e là qualche descrizione di ballerine o improvvisate ballerine, che pur di impressionare i forestieri, facevano pezzi di balady dimostrando anche abilità particolari nel tenere in equilibrio oggetti di tutti i giorni, o le armi dei presenti tra il pubblico... tra cui la spada...
Questo per la storia… ora passerei a qualcosa di più interessante, i tipi di spada. Ce ne sono di due tipi principalmente: Scimitarra e in stile antico. La Scimitarra ha la forma della sciabola, in generale è più corta della spada in stile antico ed è più “grossa”, le più belle sono quelle decorate con disegni o con delle pietre incastonate. La spada stile antico, invece è più sottile e lunga, in genere non ha troppi decori ed è preferita nella danza tribale, come quella nella foto insomma.
Tutto questo per dire che il 20 e 21 settembre a Roma ci sarà uno stage bellissimo di una danzatrice ammirata e conosciuta in tutto il mondo, Kamellia. Lo stage sarà di tamburello e spada (tecnica a terra). Sigh!
giovedì 19 luglio 2007
Tangokinesis - Nuevo Tango
Appena tornati a Roma google mi ha "detto" che Tangokinesis era connesso in qualche modo con il film Tango di Carlos Saura… Mi sono detta "wow!!Devo indagare", così mentre già avevamo fatto il pieno alla Micra per andare a Spello, David scova Invito alla Danza qui a Roma, e abbandoniamo subito l’idea di andare a Spello (che a me piaceva proprio tanto, ma non piaceva molto alle mie tasche sempre vuote!!!) .
Ieri sera ci siamo ritrovati in un covo di radical-chic con donne profumate di saponetta e uomini assonnati in una location fantastica, Villa Doria Panphili. Gli unici puzzoni che venivano direttamente da lavoro, mi sa che eravamo noi due… ma questi sono dettagli irrilevanti!!! :)
Bello, lo spettacolo mi è piaciuto. La danza è davvero meravigliosa, tira fuori il meglio dal corpo. I ballerini erano davvero fantastici, leggeri come piume. La sensazione che mi hanno dato in tutte le coreografie è stata di vedere delle marionette. Quei corpi ciondolavano, cadevano con una forza violenta, ma senza rumore. Belli i colori (nero, rosso e viola), belle le luci e la scenografia spoglia.
La cosa che non mi è piaciuta è stato il finale. È il secondo spettacolo di tango che andiamo a vedere con il finale versione samba o merengue… il pubblico in delirio per queste spalle che vibravano (tipo indemoniato)… noi siamo rimasti un po’ perplessi, e la domanda è nata spontanea: “perché?” poi mi sono letta le info dal sito dell’estate romana e ho capito… resta il fatto che non mi è piaciuto!
Comunque ecco come nasce Tangokinesis:

Ana Maria Stekelman è coreografa e fondatrice della compagnia Tangokinesis, creata nel 1992 con l’idea di fondere il tango e la danza contemporanea, e lo fa attraverso l’incontro di due differenti background artistici dei danzatori laddove le ballerine hanno una formazione classico-accademica, mentre i ballerini hanno una formazione specificiamente tanguera che fondono però in una sintesi davvero perfetta e assolutamente unica.
Le info dal sito dell’estate romana sullo spettacolo:
Torna a Roma dopo un'assenza di quasi 10 anni la prestigiosa Compagnia Tangokinesis, diretta da Ana Maria Stekelman, con uno spettacolo straordinario e coinvolgente che appassionerà i patiti di tango e non solo. Apre la serata "Garello Tango", una suite interpretata su musiche di Raul Garello e dal suo sestetto, che determina il filo conduttore del programma su cui si muovono con grande forza le coreografie della Stekelman, accompagnate inoltre dalla musica dei più noti tanghi argentini. I costumi di Jorge Ferrari, ogni tango ha infatti un suo proprio colore, che sfumano dal rosso ad un intenso viola, creano un forte impatto visivo arricchendo il programma. Ne "Piazzollas", la Stekelman omaggia la musica immortale del grande compositore argentino; di grande intensità drammatica e di particolare consistenza tecnica, la coreografia è un pezzo d'antologia nella produzione di spettacoli di tango. Conclude la serata Concierto para bongo, che rappresenta uno degli esempi più riusciti della fusione fra tango e danza moderna realizzata dalla Stekelman. La musica infatti trasporta lentamente i ballerini dalla melanconica atmosfera del tango fino alla sfrenatezza del ritmo afro-cubano.
mercoledì 18 luglio 2007
Donne di un certo profilo...


martedì 17 luglio 2007
Valentino all'Ara Pacis...

Poi arriva il 45° anniversario di attività di Valentino e con l’anniversario arriva anche la mostra, con annessa donazione milionaria di Valentino (se non sbaglio), all’interno del Museo dell’Ara Pacis di Richard Meier.
E da qui… polemiche su polemiche…
Già il Museo dell’Ara Pacis ha creato discussioni su discussioni, ricordo con divertimento tutti gli insulti scritti sul muro di cartone dove era illustrato il progetto di Meier… peccato che non avevo ancora la mia inseparabile coolpix!!!
Comunque al di là dei giudizi da esperto, che non saprei dare, a me non dispiace affatto! Anzi, all’interno c’è una bellissima luce. Mi piacerebbe tanto sapere perché non piace, cosa c’è che non va… a me non sembra così male! Se voi li sapete, ditemi!!!
Ora tornando alla mostra, sì… bella, anche se molti sono stati i richiami a quella di Armani, dalla musica, alla galleria di vestiti indossati dalle star fino alla galleria buia con in vestiti. Nel complesso che dire… i vestiti di Valentino sono tutti belli, anche quelli brutti! ;)
Dicevo delle polemiche, he sì! Perché questa mostra ha scatenato una polemica feroce sull’uso delle location. È sbagliato usare l’Ara Pacis per una mostra di vestiti? L’antichità scade se diventa cornice della contemporaneità? Questo è il succo della polemica, che si può leggere per bene nell’articolo di Repubblica
Valentino & monumenti, è polemica, che vi riporto qui solo nella parte che riguarda la mostra di Valentino, se no vi rompete a leggere! Ecco qua:
(…) E la mostra con 300 capi storici aperta fino al 28 ottobre all´Ara Pacis? Tuona La Regina: «Ma come si può sottrarre per tutti questi mesi l'ara di Augusto alla visione corretta del monumento da parte dei visitatori? Abiti bellissimi, certo, ma esponeteli in una sede adatta!». Che nel museo progettato da Richard Meier non manca. «Se mi chiedessero di esporre all´Ara Pacis io non invaderei lo spazio dell´opera antica», interviene Mimmo Paladino, autore del grande mosaico presente nell´edificio inaugurato nel 2006. «C´è il piazzale e c´è un bellissimo museo di sotto: perché interrompere la contemplazione dell´Ara da parte del pubblico con un segno invadente?». (10 luglio 2007)
I monumenti sono parte della città e la mia visione della città è sintetizzata dal pensiero di Gabriele Basilico “La città è una cosa viva”, e le cose vive cambiamo e mutano, sono volubili. Non mi piace pensare che ciò che appartiene all’antichità deve rimanere nel mondo dell’antichità, recluso dentro una teca, da guardare e non toccare. Sono così tanti gli esempi di valorizzazione dell’antichità da parte dell’arte contemporanea, che questa polemiche mi sembra solo una presa di posizione rigida! Lo scorso anno durante la Notte Bianca il Colosseo grazie alle installazioni di luce diventava infuocato e sommerso d’acqua mentre ai suoi piedi c’era un organo enorme suonava con il fuoco… era fantastico e quest’inverno durante le mostre Luce di Pietra abbiamo assistito ad una fusione di antichità e arte contemporanea che aveva del magnifico.
lunedì 16 luglio 2007
Architetture, città, visioni

Nella fotografia ho sempre amato le persone, i ritratti, i particolari. E lui cosa fotografa? Città.
Nasce a Milano nel 1944, si laurea in architettura nel 1973 e contemporaneamente inizia a occuparsi di fotografia concentrando il suo interesse sulle aree urbane e sul paesaggio industriale. È uno dei più noti fotografi documentaristi europei. Fotografa esclusivamente in bianco/nero e suoi campi d'azione privilegiati sono il paesaggio industriale e le aree urbane. I suoi studi di architettura lo avvicinano all'ambiente dell'editoria di settore per cui realizza, su commissione, un ampia serie di lavori. Ha al suo attivo ricerche sulle aree urbane, sul territorio, sull'architettura, commissionate da privati ed enti pubblici. Il suo primo lavoro impegnativo risale al 1982 quando realizza un ampio reportage sulle aree industriali milanesi intitolato: Ritratti di fabbriche (Sugarco). A proposito di Ritratti di fabbriche, Basilico ha dichiarato in seguito:
"Ho sempre pensato che i miei ritratti di fabbriche nascessero dal bisogno di trovare un equilibrio tra un mandato sociale - che nessuno mi aveva dato, ma che era la conseguenza dell'ammirazione che io provavo per il lavoro dei grandi fotografi del passato - e la voglia di sperimentare un linguaggio nuovo, in grande libertà e senza condizionamenti ideologici”.
Secondo Basilico in tutte le città ci sono presenze, più o meno visibili, che si manifestano per chi le vuole vedere, presenze familiari che consentono di affrontare lo smarrimento di fronte al nuovo.
Ecco, dopo averlo “conosciuto” ho capito che “forse” oltre alle persone si può fotografare altro e raccogliere comunque grande significato.
La scorsa settimana ho trovato un’intervista a Gabriele Basilico su Mediaforum (n° 23 – 3 luglio 2007) per il lancio del suo ultimo libro. Non si tratta di un libro fotografico, ma di una raccolta di pensieri sulla vita di questo fotografo, raccolti da Andrea Lissoni. Tra le domande, una mi è piaciuta e mi è piaciuta anche la risposta, così la metto qui:
"Esiste uno spirito della città?"
"Esiste senza dubbio un genius loci o un carattere nella stratificazione della cultura della città. Una metropoli è una “cosa” viva che leggiamo, comprendiamo o misuriamo percorrendola. Allo stesso modo la fotografia offre un punto di osservazione della città capace di rimetterne in gioco il senso”.
Il libro è “Architetture, città, visioni. Riflessioni sulla fotografia”, (a cura) Andrea Lissoni, Bruno Mondadori
venerdì 13 luglio 2007
Sociologia del seno nudo
Il sociologo Jean-Claude Kaufmann ha condotto una ricerca su cosa c’è dietro al topless, per le donne che lo praticano, per quelle che non lo praticano ma vorrebbero, per quelle che non vogliono neanche sentirne parlare e per gli uomini.
Una ricerca che ha visto 300 persone intervistate, ed è finita nel libro “Corpi di donna, sguardi d'uomo. Sociologia del seno nudo”. Ecco che dice il retro copertina:
Dall’intervista su Flair, il sociologo illustra le innumerevoli contraddizioni intorno al seno nudo e mi appassiono!
Ho letto con interesse l’articolo, e credo che leggerò con interesse anche il libro (che inserisco nella lista dei libri da leggere!) anche se devo ammettere che il topless non fa per me… preferisco mantenere l’immagine del seno nudo legata alla simbologia femminista! Per me ha più senso!
Certo l’abbronzatura senza segni… :)
Bella l'immagine, he! è un acquarello di Pietro Barbera (trovato su google!!!)
giovedì 12 luglio 2007
Umbria Jazz - Perugia, 10 luglio 2007 ore 20.45

da Repubblica.it
Jarrett insulta il pubblico per un flashUmbria Jazz: "Abbiamo chiuso con lui"
Il direttore di Umbria Jazz, Carlo Pagnotta, ha annunciato la rottura col pianista: "Abbiamo deciso che con lui abbiamo chiuso. Resterà sempre parte della storia di questo festival, ma faremo a meno della sua musica". "Capisco tutto - ha continuato - perfino l'ossessione delle telecamere, ma non si può insultare un pubblico e addirittura una intera città per colpa di qualche flash. L'artista Jarrett è sublime, l'uomo molto discutibile". Già in passato, in effetti, il clima a Perugia era stato teso a causa di Jarrett. Nel 2000 aveva minacciato di non suonare percHé la temperatura era scesa sotto i 19 gradi, e per convincerlo erano state sistemate delle stufe sul palco. Quest'anno, invece, ha chiesto di essere servito da un cameriere che avesse smesso di fumare da almeno tre mesi e si è lamentato per essere stato fotografato in strada. Negli ultimi dieci anni, Jarrett si è esibito a Umbria Jazz sette volte.
mercoledì 11 luglio 2007
PHE07 - La fotografia in Spagna

lunedì 9 luglio 2007
La bellydance al Cairo è italiana!!

la vincitrice del Festival del Cairo 2007 è italiana!! Si chiama Simona Minisini. Viene da Udine ed ha un curriculum di tutto rispetto!
La sua scheda completa si trova su Lucyinthesky dove c'è la lista infinita dei grandi nomi con cui ha studiato!
Bhè! davvero complimenti, e speriamo che venga presto a Roma per uno stage! ;)
Vale la pena inserire il suo messaggio sulla danza... con lei ha funzionato, magari porta bene anche a noi!!!
Into Me/Out of Me | MACRO FUTURE

È stata inaugurata il 21 aprile e terminerà il 30 settembre, ha come tema il corpo, come oggetto di studio e di ricerca, esamina la fisicità e la fragilità della condizione umana nella vita e nell’arte contemporanea attraverso diversi aspetti come l’aggressione e la violenza, i processi metabolici e organici, la sessualità e la riproduzione. La mostra offre una vasta documentazione attraverso differenti media: da opere di videoarte a installazioni, da sculture e opere pittoriche sino alla fotografia, attraverso oltre quarant’anni di storia dell’arte e il lavoro dei più importanti artisti del panorama contemporaneo.
Into Me/Out of Me illustra il modo in cui gli esseri umani interagiscono tra loro e con la materia; il tema principale della mostra riguarda la relazione primordiale e radicale tra l’interno e l’esterno: il metabolismo (atto del bere, del mangiare, ciò che si espelle…) la riproduzione (amplesso, nascita...) e la violenza (ferite, lacerazioni...). Questi complessi scambi vitali avvengono attraverso pratiche rituali, confronti mitologici e auto-esplorazioni.
In mostra, tra gli altri: Marina Abramovic con una selezione di tre video, dal 1975 al 1980, ricerche tra attrazione e repulsione nei rapporti uomo-donna; Cremaster 3 di Matthew Barney del 2003; Mutaflor e Blutclip di Pipilotti Rist, opere dedicate al corpo e alle sue possibili deformazioni.
Gilbert & George con il video Gordon’s Makes Us Drunk; le affascinanti immagini fotografiche di Nan Goldin; Andy Warhol e Vik Muniz e le personali interpretazioni di The Last Supper; un’installazione di Felix Gonzalez-Torres che rappresenterà gli Stati Uniti alla prossima Biennale di Venezia; Tony Oursler con Crying Doll (Floral #2) del 2006.
Tutte le specifiche sulla mostra sono qui:
http://www.macro.roma.museum/italiano/mostre/index.html
e qui la scheda di Exibart.
Unica nota dolente è che non si possono fare foto, e devo ammettere che ho accusato il colpo, soprattutto perché l’allestimento meritava di essere fissato in foto e le “opere” di essere ricordate!
Per come vivo questo tipo arte è stata una mostra davvero suggestiva, ho rischiato di sentirmi male, mi ha colpito davvero allo stomaco, e ancora adesso se penso a certe installazioni ho una certa nausea… ma è quello che mi aspettavo. Indagare il corpo all’interno e all’esterno, scavare nella propria percezione del corpo e affrontare le proprie inibizioni. Questo è quello che mi ha lasciato questa mostra, che ha stimolato ogni senso: la vista e l’udito su tutti ma anche il gusto… il senso di nausea di fronte a certi video o foto. Da vedere assolutamente. Oggi l’arte non può dare che questo, secondo me, elaborazione e sperimentazione del e sul corpo. C’è da dire però che siamo arrivati tardi, alcuni video presenti alla mostra sono datati 1947… eccezionale, non stiamo inventando nulla!
Dimenticavo, cosa mi è piaciuto di più: il tavolo apparecchiato con piatto e bicchiere d’acqua. Nel piatto un video… una bella gastroscopia che ci fa vedere il percorso che fa ogni cosa che ingeriamo. Ecco sì, la mia preferita… dopo aver guardato per pochi minuti sono dovuta uscire a prendere aria… un pugno allo stomaco!
venerdì 6 luglio 2007
Ahlan Wa Sahlan International Festival - Cairo

- DINA
- RANDA KAMEL
- RAQIA HASSAN
- DANDASH
Peccato non esserci stata! Sigh Sigh!! Magari il prossimo anno... ;)
giovedì 5 luglio 2007
Ci siamo tutti!!!

martedì 3 luglio 2007
Scrivere i Teenager

Forme e strategie di comunicazione rivolte al pubblico teen
Definire chi sono e studiare i comportamenti dei teenager equivale a parlare di un mondo sconosciuto, impossibile da collocare all’interno di una classe. L’età non può rappresentare una variabile sufficiente per inserire un gruppo così complesso e articolato all’interno di una categoria omogenea, che è volutamente lontana dal mondo degli adulti, ma che ne utilizza gli strumenti per comunicare, stravolgendone modi e tempi di fruizione. Generalmente i cosiddetti teenager vengono inseriti nella fascia di età 12-18 anni, ma ad oggi la fascia dei pre-adolescenti, che consiste in quei due o tre anni che separano i bambini dai ragazzi (9 – 11 anni) è presente e attiva sia nelle relazioni sociali che nella propensione al consumo. Sono delle spugne, assorbono tutti gli stimoli che provengono dall’esterno, non hanno il tempo di metabolizzarli perché già li rielaborano e trasformano, creando nuovi stili di vita e di consumo. Durante il convegno organizzato da Somedia e dedicato allo studio di questa complessa fascia di mercato, TeenAger 2007 tenutosi a Milano il 12 e 13 giugno 2007, sono emersi molti elementi che caratterizzano i teenager. Il più interessante è il loro rapporto con le nuove tecnologie e il loro modo di comunicare. Per i teenager, a onor del vero, non ha senso parlare di nuove tecnologie: loro sono nati con la tecnologia digitale, con il computer ed il cellulare. Sono gli adulti che parlano di nuove tecnologie. I teenager si limitano a usarle, ignorando spesso il sistema che sottende al mezzo, manipolarle e rielaborarle, facendo impazzire le aziende, sempre alla ricerca di nuovi strumenti per catturare l’interesse dei più giovani. Dai dati emersi durante il convegno (forniti da una ricerca condotta dalla Doxa) emerge come l’uso di internet è scelto dai teenager prevalentemente per comunicare con gli altri, attraverso chat, forum, community, blog. Quello che assume la massima importanza è esprimersi, lasciare la propria traccia in ogni passaggio nella rete. Se internet è utilizzato dai teenager, sono gli spazi di confronto quelli privilegiati, dove proiettarsi in una delle tante identità virtuali e fare a gara a chi ha più contatti nel proprio blog. Non è un caso infatti il proliferare di siti e community dove la creazione dell’avatar, il corpo virtuale, è curato minuziosamente dal colore degli occhi al taglio dei capelli, fino al tipo di abbigliamento. Come si muove dunque la comunicazione per raggiungere questa fascia di mercato tanto allettante quanto complicata da conquistare? Sicuramente su più fronti. In rete sono numerosi i terreni che possono essere colonizzati dalle aziende per offrire spazio ai teenager ed entrare nelle loro simpatie. On line attraverso lo studio ad hoc di community, forum, chat, portali che permettono ai ragazzi di esprimersi, magari presupponendo il consumo del prodotto promozionato, o la condivisione di un interesse comune. Un’azienda che produce e commercializza abbigliamento sportivo potrebbe, ad esempio, promuovere una community in cui si parla di sport, abbigliamento sportivo, luoghi di vacanza dove praticare attività sportive; oppure realizzare advergames e concorsi on line che prolunghino la relazione fra azienda che propone il servizio e l’utente. Altra direzione che un’azienda può seguire per cogliere l’essenza dei teenager è attraverso il cool hunting: i cosiddetti cacciatori di tendenze, ragazzi poco più grandi dei teenager che raccolgono fra i propri coetanei le ultime tendenze in fatto di consumi e stili di vita e le riportano alle aziende che cambiano rotta per stare più vicini al target. Infine, non sono da trascurare i grandi eventi. Come ha sostenuto Francesco Cibò, Advertising & Communication Specialist di Coca Cola, durante il convegno, il legame fra musica e giovani è sempre stato fortissimo, quindi mai sottovalutare i grandi eventi musicali, mediante i quali un’azienda può essere protagonista (come nel caso dell’Heineken Jammin’ Festival) ed essere così associata a momenti di incontro, catalizzatori di grandi masse e per questo occasioni privilegiate di socializzazione.
lunedì 2 luglio 2007
ritorno alla routine

Dopo un weekend di assoluto relax, ho ricaricato le batterie e posso ripartire.
Il laboratorio di tango è finito, restano solo le foto e i video delle prove, e a breve dovrebbero arrivare anche le foto dello spettacolo!
Sono contenta, è andata alla grande! il clima che si è creato è stato davvero bello e liberatorio, ha scacciato i problemi della quotidianità (lavoro, famiglia...) in un angolo almeno per una settimana.
E poi il Fra&Davi Day, la cena dolcissima e romantica all'osteria centouno, eravamo praticamente solo noi due a quell'ora... moolto romantico!
E poi il Fra Day, un altro anno e un'altra candelina sulla mia torta!
Insomma una settimana intensa e meravigliosa. Resta solo un pensiero, cosa faremo a luglio? Stasera tango ai portici di piazza augusto imperatore, e poi?? si vedrà!
Pantesilea